— ANPI Colle Val d'Elsa

 

“dispiace dover segnalare che nella stessa Anpi ci sono frange di pericolosi intolleranti come coloro che hanno scritto sul sito internet della sezione di Colle val d’Elsa parole offensive nei confronti del Corriere di Siena dimostrando così di non aver appreso la lezione della Resistenza e, tanto meno, quella del famoso pensiero di Voltaire” (“Corriere di Siena”, 5 aprile 2015)

 

Su Montemaggio, il 28 marzo 1944, i fascisti senesi trucidarono 19 giovani partigiani. Di fronte al plotone di esecuzione, uno di loro riuscì a scappare un momento prima che fosse aperto il fuoco; benché gravemente ferito, poté nascondersi nella boscaglia e sottrarsi alla fucilazione. E’ anche grazie alla sua testimonianza, unita a quella di Walter Bianchi, anch’egli fuggito negli attimi convulsi che seguirono alla cattura, che la verità dei fatti ha potuto essere rivelata e fissata sulle carte processuali.

Quello di Montemaggio è il più grande eccidio di partigiani combattenti avvenuto in Toscana. Questo, più nel dettaglio, quanto successo.

Qui, invece, trovate quanto ha scritto il Corriere di Siena – in articolo senza firma – il 27 marzo 2015, alla vigilia delle commemorazioni. Il titolo, va da sé, parla da solo: “Montemaggio, quale verità?”. Vi preghiamo di leggerlo interamente, parola per parola. Vi troverete un condensato di sensazionalismo di chiaro stampo neo/vetero fascista. Il tutto, avendo peraltro come fonti principali le testimonianze di Giorgio Alberto Chiurco, il prefetto repubblichino mandante dell’eccidio e il “saggista” fascista Ciabattini, figlio, come suggerisce soavemente il Corriere, “di uno dei militi che partecipò all’eccidio”. Questi due sono appunto i portatori della fantomatica altra versione della storia: “quell’eccidio avvenne perché uno dei ragazzi catturati decise di scappare” o, detto altrimenti, “la fuga improvvisa di uno di loro, il sopravvissuto Vittorio Meoni, fece scatenare la reazione per timore che tutti fuggissero”.

Vittorio Meoni testimonia al processo per l'eccidio di Montemaggio

Vittorio Meoni testimonia al processo per l’eccidio di Montemaggio

Tra i tanti che s’indignano per l’articolo, come ANPI di Colle di Val d’Elsa diciamo la nostra su profilo FB (27 marzo) e blog (28 marzo):

 

Il giornale locale “Il Corriere di Siena”, alla vigilia dell’anniversario dell’eccidio di Montemaggio, pubblica un articolo in cui si vorrebbe attribuire la responsabilità della fucilazione (in cui morirono 19 partigiani) a Vittorio Meoni, fuggito di fronte al plotone d’esecuzione e per questo colpevole di aver fatto innervosire i fascisti che – evidentemente – non avrebbero avuto altrimenti la benché minima intenzione di sparare. L’articolo è anonimo, e ci pare giusto: difficile avere il coraggio di sostenere opinioni e ricostruzioni tanto inverosimili. Qui sopra, invece, trovate due esagerazioni: accostare la parola “giornale” a Corriere di Siena e la parola “articolo” in riferimento a quel pezzo di immondizia parafascista. In mezzo a tutta questa mediocrità, ci rallegrano il cuore le numerose e spontanee reazioni di sdegno che tanti cittadini hanno manifestato. Segno che la nostra comunità non dimentica la propria storia, né accetta provocazioni in questo senso. Lo ribadiremo domenica su Montemaggio e ogni volta che ne avremo l’occasione. ANPI, sez. Colle di Val d’Elsa

 

Nel frattempo Vittorio Meoni, Presidente Provinciale dell’ANPI di Siena e accusato nell’articolo di aver provocato, con la sua fuga, la fucilazione dei 19 Partigiani a Montemaggio, scrive una lettera al “Corriere di Siena” per confutare (in maniera molto più pacata della nostra) quanto scritto sul giornale. Il quotidiano non pubblica e arrivano critiche anche da altre voci della comunità.

Domenica 5 aprile, giorno di Pasqua, il Corriere pubblica finalmente la lettera di Meoni, accompagnata da una risposta del Bisi, in cui, per andare al nocciolo, definisce gli iscritti della sez. ANPI di Colle “pericolosi intolleranti”:

Non ci pare “reato” pubblicare la notizia delle celebrazioni dell’Eccidio riferendo che esistono anche altre interpretazioni della drammatica vicenda. Con l’occasione dispiace dover segnalare che nella stessa Anpi ci sono frange di pericolosi intolleranti come coloro che hanno scritto sul sito intemet della sezione di Colle val d’Elsa parole offensive nei confronti del Corriere di Siena dimostrando così di non aver appreso la lezione della Resistenza e, tanto meno, quella del famoso pensiero di Voltaire. Il messaggio della Liberazione è proprio questo: rispettare le idee di tutti. E Meoni, in questa civile lettera, dimostra di averlo capito. Qualche suo iscritto, no. (Qui, l’articolo completo)

 

Tre pensieri e una campagna

Primo pensiero. Da parte nostra, a questo punto, ringraziamo le centinaia di “pericolosi intolleranti” che in questi giorni hanno apprezzato, condiviso e rilanciato la nostra presa di posizione, a partire dal sito e dai vari canali social.

Li ringraziamo perché, anche se ignorano platealmente gli insegnamenti della Resistenza e di Voltaire (“disapprovo quel che dici, ma difenderò etc. etc.”; sì lo sappiamo, non è di Voltaire, ma che ci volete fare?), si vede hanno avuto buon occhio nel discernere tra realtà e distorsione propagandistica della storia (o “altre interpretazioni della drammatica vicenda”).

Secondo pensiero. Oh, sia detto per la cronaca: ci dispiace rinunciare definitivamente alla speranza di ottenere la patente di “comprensione del messaggio della Liberazione“, concessa a discrezione del già citato quotidiano (che in passato non ha esitato a dare ampio spazio ai comunicati stampa e alle iniziative della sezione senese dell’Associazione di Promozione Sociale Casa Pound, autodefinitisi “fascisti del terzo millennio”, oltre ad altri articoli apologetici su esponenti variamente eroici del fascismo senese).

Terzo pensiero. Il Corriere di Siena? Ah, ecco…

Detto questo, il dottore ci ha prescritto un rigidissimo regime comportamentale: camminare molto, mangiare sano e non fare sforzi inutili, ragion per cui tagliamo corto la querelle col “Corriere di Siena” e diamo senz’altro il via alla campagna di autodenuncia #pericolosintolleranti.

Se anche voi, nostri iscritti, amici o compagni di strada, per scelta, ventura o perché costretti dal destino, siete finiti tra i pericolosi intolleranti della sezione ANPI colligiana, vi invitiamo a farvi avanti e mostrarvi per quel che siete alla pubblica opinione, con contributi scritti, visuali e quant’altro vi venga in mente.

Noi abbiamo già cominciato, come vedete da qui e da qui. Forza, vi aspettiamo!

#Pericolosintolleranti di tutto il mondo unitevi! (o no, è uguale)

ANPI, sez. Colle di Val d’Elsa