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Abbiamo un importante aggiornamento sulla questione della mozione votata dal Consiglio Regionale Toscano.

In seguito allo scambio di corrispondenza con i Consiglieri Regionali del Partito Democratico Bezzini e Scaramelli, martedì 21 giugno abbiamo ricevuto, dalla Giunta Regionale Toscana, per conto del Consigliere democratico Simone Bezzini, la nota di attuazione della Giunta stessa (Assessorato Cultura, Università e Ricerca), in merito alle iniziative della Regione per il Giorno del Ricordo.

Pubblichiamo sul nostro sito la nota di attuazione. Potete leggere la nota cliccando qui.

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Abbiamo inoltrato la nostra “Lettera aperta ai Consiglieri regionali toscani” del 14 maggio scorso ai due Consiglieri eletti nelle liste del Partito Democratico nella provincia di Siena Simone Bezzini e Stefano Scaramelli. In data 31 maggio 2016 abbiamo ricevuto la loro risposta che pubblichiamo di seguito:

“Firenze, lì 31 maggio 2016

 All’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia

Sezione di Colle di Val d’Elsa (SI)

Abbiamo letto con molta attenzione la lettera che ci avete inviato e riteniamo opportuno, anche per la considerazione dei valori che ispirano l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, rispondere e chiarire quanto da voi sollevato al fine di rassicurarvi circa il nostro agire.

Il Consiglio regionale ha approvato la mozione n.221 “In merito alle iniziative della Regione per il “Giorno del Ricordo” nella seduta del 20 aprile ultimo scorso, dopo un lavoro di revisione sostanziale del testo originario presentato da colleghi di altri gruppi consiliari.

Ci teniamo subito a chiarire che con l’atto approvato, al termine di una approfondita concertazione con altre forze politiche, si è proprio lavorato al fine di evitare il rischio di poter omologare in modo improprio la Shoah con altri eventi, seppur drammatici di quegli anni, tantomeno si prevede nel testo della mozione l’istituzione di un treno del ricordo.

Andiamo con ordine. Alla presentazione dell’atto nella versione originale, avvenuta nella seduta del 6 aprile da parte di Fratelli d’Italia, il gruppo del Partito Democratico si era espresso per il voto contrario, proprio con la motivazione che, per come era formulato il testo, si rischiava di creare un’omologazione non condivisibile tra la Giornata della Memoria ed il Giorno del Ricordo, da considerarsi inaccettabile per le motivazioni da voi espresse nella lettera.

Come noto il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata in commemorazione delle vittime dell’Olocausto. L’Italia ha formalmente istituito tale giornata, nel 2000 con legge 20 luglio 2000, n. 211 – “Istituzione del “Giorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti”. Pochi anni dopo è stata l’ONU a designare tale giornata con risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1o novembre 2005.

La Regione Toscana si è collocata da tempo su un terreno d’avanguardia nelle politiche della memoria, con l’obiettivo di diffondere ed amplificare il più possibile nella società toscana il messaggio e la conoscenza dell’esperienza vissuta. Sin dal 2002 la Regione ha promosso iniziative tese a promuovere la memoria dello Sterminio che si sono sviluppate su molteplici versanti (educativo, formativo e culturale in genere) coinvolgendo soggetti diversi (insegnanti studenti e cittadini) dando luogo ad un’esperienza di avanguardia riconosciuta come tale, a livello nazionale, ovvero il treno della memoria. A cadenza annuale, e poi ogni due anni (ultimo viaggio nel 2015), il treno della memoria ha portato centinaia di ragazzi delle scuole toscane fino alla stazione di Cracovia, per toccare con mano i campi di sterminio di Birkenau e Auschwitz, ripercorrendo, anche nel viaggio, l’esperienza dei deportati toscani.

Si tratta di un’esperienza che ha coinvolto e formato migliaia di ragazzi che non può essere equiparata ad altre circostanza, proprio per salvaguardarne l’importanza e l’unicità dei fatti a cui si Tornando alla mozione in oggetto, nel corso del dibattito in aula del consiglio regionale è comunque emersa la disponibilità di arrivare ad una sintesi superando il nostro voto inizialmente contrario.

Questo per consentire comunque di attivare iniziative di commemorazione su una giornata istituita con legge nazionale (Legge 30 marzo 2004, n. 92 – “Istituzione del «Giorno del ricordo» in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale e concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati”).

Grazie al nostro intervento sono state apportate numerose modifiche:

- è stato sostanzialmente ridefinito un nuovo testo, nuovo anche già nel titolo, non più “Treno della memoria”, ma “In merito alle iniziative della Regione per il Giorno del Ricordo” proprio per evitare che si creassero equivoci;

- si fa riferimento al Titolo I dello Statuto della Regione Toscana laddove sono contenuti i principi generali sulla base dei quali la Regione Toscana fonda la propria azione e quindi Costituzione, l’esplicito richiamo alla Resistenza sin dall’articolo 1, i “principi di libertà, giustizia, uguaglianza, solidarietà, rispetto della dignità personale e dei diritti umani”;

- non si fa riferimento ad un secondo “treno del ricordo”, bensì “a promuovere iniziative istituzionali tese a valorizzare il Giorno del Ricordo, compresa la verifica della possibilità di organizzare, con cadenza biennale, un viaggio studio rivolto agli studenti toscani presso la Foiba di Bassovizza, dichiarata monumento nazionale nel 1992 dal presidente della Repubblica Italiana Oscar Luigi Scalfaro”.

In merito alle giuste richieste di maggiori approfondimenti delle complesse vicende avvenute sul confine orientale e su come arrivare ad organizzare iniziative proficue ed utili di approfondimento e di studio per i giovani toscani di quanto avvenuto attorno alla vicende delle foibe, sarà poi la giunta a dover valutare quali iniziative mettere in piedi per concretizzare l’indirizzo espresso con la mozione approvata.

Sperando di aver risposto alle preoccupazioni che legittimamente ci avete posto, restiamo ulteriormente disponibili a momenti di condivisione e confronto.

Simone Bezzini

Stefano Scaramelli”

In data odierna abbiamo inviato una nostra nuova lettera di risposta con delle ulteriori considerazioni:

“Colle di Val d’Elsa, 20 giugno 2016

Ai Consiglieri regionali Bezzini e Scaramelli,

vi ringraziamo per la pronta e dettagliata risposta che ci avete inviato.

Abbiamo letto in modo approfondito e con molta attenzione la vostra risposta. Se da un lato apprezziamo la posizione inizialmente tenuta durante la seduta del Consiglio regionale, dobbiamo assolutamente rimarcare alcuni punti sui quali riteniamo sia necessario porre una certa e doverosa attenzione.

La disponibilità ad arrivare a una sintesi per evitare, come scrivete, l’omologazione tra la Giornata della Memoria e il Giorno del Ricordo, temiamo abbia invece avuto effetto contrario, come si evince anche dal testo della delibera nella quale appunto si può leggere: “la Regione Toscana non risulta avere un programma di iniziative anche (sottolineatura nostra) per il ricordo delle vittime e degli esuli istriani, fiumani e dalmati” subito dopo aver menzionato l’istituzione del Treno della Memoria.

Nella delibera la Giunta regionale si impegna a “promuovere iniziative istituzionali tese a valorizzare il Giorno del Ricordo” e anche in questo caso non possiamo nascondere la nostra preoccupazione: partendo da questi presupposti il tentativo di creare (più che raggiungere) una memoria nazionale comune e condivisa non cancella, anzi aumenta, i rischi di appiattimento acritico e strumentale, creando così delle trappole interpretative in cui è facile cadere.

È quindi necessario continuare a vigilare sulle iniziative che la Giunta promuoverà. In particolare vogliamo farvi porre l’attenzione sull’eventuale viaggio di studio alla Foiba di Basovizza. Questa è sì monumento nazionale, ma a questo proposito è necessario ricordare che l’affermazione secondo la quale quel luogo fu teatro di esecuzioni di massa è nettamente contestata da autorevoli studi e ricerche. Basti citare il fatto che non sono mai state estratte le 1000 o 2000 salme che si pretende vi siano state fatte precipitare. Inoltre, lo stesso sito web della Foiba di Basovizza è a cura della Lega Nazionale di Trieste, un’associazione che “vive e lavora nella difesa dell’italianità di Trieste e di tutta la Venezia Giulia” (come si può leggere dal sito web della Lega Nazionale). Le posizioni della Lega Nazionale hanno certo il loro peso nel determinare quale sia la narrazione della storia messa in campo dai soci dell’associazione per le scolaresche che visitano la Foiba di Basovizza. Notiamo, ad esempio, che il sito del monumento nazionale non spreca una sola parola per ricordare che non molto lontano da lì vennero uccise anche alcune vittime del regime fascista.

Sempre a proposito di Basovizza, c’è un’ultima osservazione, certamente non meno rilevante delle precedenti. In rete è possibile trovare foto a testimonianza di come alla Foiba di Basovizza, ogni 10 febbraio, il Giorno del Ricordo non sia altro che un alibi per nostalgici del regime fascista per poter esibire labari della Xa MAS o bandiere della Repubblica Sociale Italiana durante le commemorazioni ufficiali, e quindi alla presenza di rappresentanti della Repubblica Italiana nata dalla Resistenza.

Torniamo quindi a ripetere una delle domande che abbiamo posto nella nostra prima lettera: perché non organizzare invece percorsi di visita che permettano ai giovani toscani di capire la complessità del confine orientale, comprendendo – oltre alle foibe – le politiche razziste del fascismo, l’occupazione italiana dei territori dell’Istria e della Dalmazia, la cessione di questi al Reich e l’azione di sterminio portata avanti da fascisti e nazisti durante il secondo conflitto mondiale?

Insomma, dietro al tentativo di creare una memoria nazionale condivisa si nasconde spesso e volentieri la volontà di riscrittura della storia da parte di personaggi legati ad aree culturali e politiche di ispirazione, quando non direttamente, fascista o quantomeno revisionista, riduzionista e negazionista. Un visita a un luogo “dove furono gettati numerosi italiani trucidati dai partigiani iugoslavi” non fa altro che tendere a una lettura di parte della storia che non può analizzare a fondo la complessità di vicende drammatiche e negherebbe agli studenti una seria analisi, critica e razionale, che sia propedeutica alla capacità di cogliere le varie sfaccettature del reale.

Inoltre, come abbiamo sostenuto nel nostro appello, il rischio nel ricordare gli eccidi giuliani con gli stessi strumenti e modalità della Shoah può portare nei fatti ad una equiparazione strumentale che toglie forza alla Giornata della Memoria ed all’analisi di quell’orrore: non sosteniamo che questo sia lo scopo della legge regionale, ma che questa possa essere strumentalizzata in questo senso da quelle aree che dalla disinformazione e dal revisionismo traggono forza vitale.

ANPI – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
Sez. Colle di Val d’Elsa”

Per ulteriori approfondimenti vi rimandiamo al dettagliato post su Giap, il blog del collettivo Wu Ming, dal titolo Chi racconta agli studenti che le #foibe sono come la Shoah? 5 domande al presidente della Toscana Enrico Rossi

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Riteniamo indispensabile conservare la memoria di tutti gli orrori del Novecento e fare in modo di trasmetterla anche attraverso le istituzioni preposte alla formazione e all’istruzione. Allo stesso tempo sappiamo che i rischi di appiattimento acritico e strumentale, quando si parla di storia, siano delle trappole tese in cui è facile cadere. Riteniamo un errore grave infatti la decisione unanime della Consiglio Regionale Toscano di istituire il “treno del ricordo” (un “un viaggio di studio rivolto agli studenti toscani la Foiba di Basovizza”, come si legge nella mozione approvata dal Consiglio Regionale il 22 aprile scorso), utilizzare cioè lo stesso mezzo che le scuole toscane già utilizzano per conoscere l’orrore della Shoah. Accomunare “treno della memoria” e “treno del ricordo” crea uno stesso universo di senso e collega l’Olocausto alla tragedia delle foibe e dell’esodo istrianogiuliano. Far conoscere le “foibe” significa anche contestualizzarle, un’operazione sensata farebbe conoscere agli studenti toscani tutta la storia del confine orientale, i difficili rapporti tra i Paesi, l’italianizzazione forzata dell’Istria, i campi di concentramento per slavi, la cessione al Reich del territorio ed infine la spietata reazione delle foibe.

Questo ci permetterebbe di raccontare i fatti in modo obiettivo: paragonare i due eventi è totalmente scorretto sia dal punto di vista storico che politico. Perché istituire questo treno verso Basovizza? Non vorremmo che sul terreno della pacificazione nazionale la nostra Regione fosse la prima ad istituire per delibera il giorno dell’amnesia e della rimozione. Mettere sullo stesso piano due eventi storici diversi significa far assumere all’uno la portata semantica dell’altro e questo può comportare un ridimensionamento dell’orrore dell’Olocausto nelle nuove generazioni. Mostrarlo come evento non più unico ed efferato ma ripetibile. Per queste considerazioni vogliamo rivolgere alcune domande ai consiglieri regionali che si riconoscono nei valori dell’ANPI e dell’antifascismo:

- È corretto ricordare foibe e Shoah nello stesso modo?
- Perché visitare la foiba di Bassovizza e non gli altri luoghi dell’orrore del confine orientale come la Risiera di San Sabba, unico campo di sterminio sul territorio oggi italiano?
- Perché affidare gli studenti alla didattica non di storici ma di volontari dell’associazione Lega Nazionale che ha fatto del nazionalismo, e non della verità storica, una bandiera?
- Perché non organizzare invece percorsi di visita che permettano ai giovani toscani di capire la complessità del confine orientale, comprendendo – oltre alle foibe – le politiche razziste del fascismo e l’azione di sterminio di fascisti e nazisti durante il secondo conflitto mondiale?
- Siete consapevoli che la vicenda delle foibe e dell’esodo non ha numericamente e storicamente nessun legame con lo sterminio degli ebrei operato dal nazismo con la complicità del regime italiano?

ANPI – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
Sez. Colle di Val d’Elsa

 

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31 luglio 1942, esecuzione sommaria di civili sloveni nei pressi di Dane. Quelli che stanno per sparare sono soldati italiani. Eppure, ogni 10 febbraio qualcuno ripropone questa foto parlando di «plotone d’esecuzione titino» e «vittime italiane». È successo pure in una puntata di «Porta a porta», il 13 febbraio 2012.

Pensiamo che, in molti casi, si è fatto del giorno del ricordo un momento di sfogo “assurdo e antistorico” (come scrivono i Wu Ming nell’introduzione al post che stiamo linkando) di pulsioni revisionistiche, nazionaliste, nostalgiche e, persino, dichiaratamente fasciste. Abbiamo trovato molto utile, esauriente e di semplice fruizione l’articolo che linkiamo con cui Lorenzo Filipaz, triestino e figlio di un esule istriano, cerca di spazzare il campo da omissioni e visioni pericolosamente stereotipate. Sono 24 risposte ad altrettante domande sull’esodo istriano e sull’”ideologia” del giorno del ricordo.

Buona lettura

#Foibe o #Esodo? «Frequently Asked Questions» per il #GiornodelRicordo

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